In questi giorni si respira un’aria di vittoria popolare, è la ventata dello straordinario risultato referendario che ha portato questo nuovo vento di speranza e cambiamento. Questa nuova fase di partecipazione della cittadinanza ci interessa da vicino, poiché i 27 milioni di SI che si sono opposti alla privatizzazione dell’acqua e alla costruzione di centrali nucleari, hanno anche a che fare con la lotta contro la riforma Gelmini, la dismissione dell’università pubblica e l’introduzione dei privati nelle scuole e nelle università. Pensiamo che questo largo processo di partecipazione possa aprire una nuova fase politica in cui i movimenti per la democrazia, per i beni comuni, quelli che lottano contro le privatizzazioni e contro la precarietà siano uniti e protagonisti, siano la parte decisiva di una nascente e sempre più importante opposizione sociale.
Il susseguirsi e l’espandersi di mobilitazioni e conflitti portati avanti da tutti i soggetti sociali del nostro paese ha generato sempre più un clima d’indignazione e rabbia all’interno delle piazze e delle strade riempite in tutta Italia, dal movimento studentesco di questo autunno, a quello degli operai, dei precari, delle donne, dei movimenti per l’acqua, che hanno caratterizzato anche questa primavera. Quelle piazze parlano di un rifiuto della precarietà a cui questo Governo, con la complicità della Confindustria e di tutti i poteri forti ci vorrebbero condannare sempre più. In più durante quest’anno abbiamo guardato e sostenuto i movimenti che hanno sconvolto la Tunisia, l’Egitto e la Libia e che, dopo momenti di ribellione, stanno dando avvio a veri e propri processi costituenti e di partecipazione dal basso, pur se non privi di contraddizioni . Allo stesso tempo l’Europa è sempre più investita da lotte e conflitti. Basta pensare alla Grecia o agli Indignados in Spagna. Possiamo dirlo a chiare lettere: quell’indignazione dei senza lavoro e dei senza casa, dei senza diritti, dei migranti è anche la nostra!
Il 21 giugno in Parlamento verrà discusso e approvato il decreto sviluppo di cui poco si parla e si discute ma che contiene nuove agevolazioni per le banche e le imprese e consegna le briciole ai precari. Su questo decreto è stata posta la fiducia da parte del governo.
Ancora una volta, la banda di Berlusconi sfodera tutta la sua arroganza, riprovando nuovamente (come già successo il 14 dicembre scorso) a governare il paese a colpi di mazzette e rimpasti dell’ultimo secondo. Un tentativo di sopravvivere allo stesso naufragio economico causato da questo governo, che rischia persino il declassamento del rating come in Grecia.
Per questo il 21 giugno è importante ritornare sotto Montecitorio, dove siamo stati più volte, perché ci sentiamo parte del processo di sfiducia portato avanti da tutti i movimenti che stanno costruendo dal basso un paese migliore.
21 e 22 giugno sotto Montecitorio.
Con indignazione, sfiduciamo questo governo: la parte peggiore di questo paese!!
AteneinRivolta – Roma
UniCommon – Roma
Link – Roma
Assemblea di Medicina – Roma