Questa mattina noi studenti e studentesse della Sapienza e di molte scuole di Roma ci siamo dati un appuntamento pubblico alle 7:30 alla stazione Termini per raggiungere in treno la città di Cassino, luogo simbolico scelto dalla Fiom per indire lo sciopero generale per manifestare contro la politica dei ricatti portata avanti da Fiat, Governo e Confindustria.
Il concentramento si è svolto pacifico e tranquillo, mentre comunicavamo ai pendolari e ai viaggiatori presenti la nostra intenzione di raggiungere il corteo dei metalmeccanici a Cassino. Saliti sul regionale delle 8:25, con la garanzia di arrivare alla meta, siamo stati invece fermati alla stazione di Colleferro; il pretesto addotto dai funzionari di Trenitalia è stato il mancato pagamento del biglietto, contaddicendo quindi gli accordi presi alla partenza. Questo atteggiamento, già di per sé scorretto e condannabile, risulta ancora più inspiegabile alla luce del fatto che al treno precendente era stato permesso di raggiungere il corteo a Cassino.
Dopo aver fatto un biglietto cumulativo, come richiesto dal capotreno, ci aspettavamo di raggiungere la nostra meta, ma ciò non è avvenuto. A questo punto, indignati perchè ci veniva negato il diritto a manifestare, abbiamo occupato i binari per oltre 5 ore e le risposte di Trenitalia sono state il dispiegamento di forze dell’ordine in assetto antissommossa, minacce di denunce, chiusura di ogni possibilità di trattativa. Alla notizia dell’accaduto, in tutte le piazze dove gli operai, i movimenti sociali e per i beni comuni e gli studenti stavano manifestando è stata espressa la solidarietà nei nostri confronti: la generalizzazione dello sciopero oggi si è data anche attraverso l’occupazione del porto di Ancona e della stazione di Cassino.
Quello che abbiamo subito oggi è stato l’ennesimo esempio di un attacco diretto al diritto alla mobilità, al diritto a manifestare, ancora più grave perchè agito da un’azienda che fa profitti su un servizio pubblico. Di fronte al tentativo di dare un prezzo ai diritti dei lavoratori, degli studenti e dei precari, oggi abbiamo ribatito con forza che il diritto a manifestare e alla mobilità non si possono contrattare.
Non siamo più disposti ad accettare un paese che gestisce il disagio sociale solo con il ricatto: dai grandi attacchi della Gelmini e di Marchionne a quei piccoli ricatti che subiamo ogni giorno, come quando viene negata ogni forma di riduzione per studenti e precari.
Cara Trenitalia, altro che “no ticket no party”, noi rispondiamo “no welfare no party”. La partita non si chiude qui.
Sapienza in mobilitazione, S.u.r.f, Licei Virgilio, Mamiani, Tacito, Lucrezio, Caro, Ripetta