Il DdL Gelmini sull’università non potrebbe essere approvato prima della conclusione della sessione di bilancio al Senato, invece PdL e Lega, in completo spregio delle regole parlamentari, ne impongono l’esame in Commissione Bilancio e in Commissione Cultura.
Alle 13,30 del 19 novembre la Camera ha approvato col voto contrario delle opposizioni la legge finanziaria, ora denominata di stabilità. Mezz’ora dopo PDL e LEGA hanno imposto la ripresa della discussione del ddl Gelmini in commissione Bilancio, dove si era bloccata qualche settimana fa. È stata una chiara violazione delle regole parlamentari. Infatti, non si possono approvare leggi di spesa durante la sessione di bilancio. Questa si concluderà solo quando anche il Senato avrà approvato il provvedimento finanziario. Per un soffio non è passata la mozione dell’opposizione che ha raccolto 20 voti contro i 21 voti di PDL e LEGA. Da notare che i tre deputati finiani, colpiti dalla luce del capo, hanno votato a favore, associandosi alla palese violazione delle regole.
Con questo ennesimo atto abbiamo la prova che, oltre che fare futuro, i finiani fanno anche finta di essere una voce critica, ma in realtà, quando si tratta di contare, fanno di tutto per essere solerti reggicoda dei leghisti e dei berlusconiani. E che dire dell’UDC, soddisfatta solo del ripristino dei fondi statali alle università private e confessionali e, in cambio di questo, disposta a ogni inciucio? A peggior prova della malafede del ministro e della infima qualità di una classe politica che si vorrebbe definire “di governo”, si è poi assistito, in Commissione cultura, a una scena ancora più penosa: i deputati della maggioranza hanno approvato ben 34 emendamenti abrogativi di norme che essi stessi avevano votato solo qualche settimana fa nel testo licenziato dalla stessa Commissione. Il tutto, per permettere alla Gelmini di portare a casa in qualche modo una legge che è l’unico titolo di merito che ella potrà vantare in futuro: la distruzione dell’università pubblica.
Che cosa hanno votato i solerti deputati della maggioranza, smentendo se stessi?
– ripristino degli scatti di anzianità per i giovani ricercatori sbandierato dalla Gelmini in tante trasmissioni einterviste (art. 5 bis del testo approvato in commissione Cultura);
– finanziamento degli incentivi per l’internazionalizzazione del sistema universitario e in particolare perinsegnamenti o corsi di studio che si tengono in lingua straniera (art. 2, comma 2, lettera l);
– risparmi generati da eventuali fusioni di atenei: verranno assorbiti dal Ministero, dopodiché non si capiscecon quali incentivi si realizzeranno tali processi (art. 3, comma 3);
– trasferimento dei beni demaniali in uso agli atenei (art. 3bis);- hanno sancito l’obbligo di restituzione dei buoni studio anche da parte degli studenti che hanno ottenuto ilmassimo dei voti (art. 4, comma 1, lettera b);
– hanno cancellato, nella definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) per il diritto allo studio,i seguenti obiettivi: borse di studio, trasporti, assistenza sanitaria, ristorazione, accesso alla cultura, alloggi; dopodiché non si capisce che cosa rimanga (art. 5, comma 6, lettera a);- norma che prevede, nei passaggi di livello, l’aggancio alla classe quarta per la rivalutazione iniziale dellaretribuzione, misura introdotta a parziale compensazione della mancata ricostruzione di carriera (art. 8,comma 3, lettera b);
– hanno stabilito il definanziamento della retribuzione integrativa per i ricercatori che svolgono didattica oattività gestionali (art. 9 comma 01);- hanno tolto la soglia minima di 20 mila euro annui per gli assegni di ricerca (art. 19, comma 6);
– nel caso della tanto celebrata tenure track – il contratto per i ricercatori a tempo determinato che lidovrebbe trasformare in professori associati se meritevoli – i deputati della maggioranza hanno gettatodefinitivamen-te la maschera della falsa meritocrazia: la conferma in ruolo è condizionata con normaesplicita alla disponibilità delle risorse, ma senza accantonamento preliminare (come invece succede neisistemi universitari seri). Il che è come dire: fatti ‘sti otto anni da precario, e poi incrocia le dita e alza unacalda preghiera a qualche santo patrono: una cosa ignobile, che perpetua la presa in giro di un’interagenerazione di giovani studiosi! (art. 21,comma 5);
– i deputati della maggioranza hanno poi stabilito che le prestazioni dei contratti a tempo determinato (unaparte rilevante della vita lavorativa di un universitario) non sono riconosciute ai fini del trattamento diquiescenza e previdenza (art. 25, comma 10quater);
– e infine i solerti yesmen hanno cancellato la norma relativa ai concorsi per associato – che nessuno gliaveva peraltro chiesto – che resta priva di copertura finché non viene approvata al Senato la legge di stabilità.Soldi che potevano essere utilizzati anche per altri scopi, ma che Tremonti non ritiene opportuno fornire alsistema dell’alta formazione e alla ricerca.
La perla finale è il commissariamento del ministro Gelmini, contenuto nell’ultimo emendamento (art. 25,comma 11 bis). Il ministro dell’Università, secondo la norma introdotta, “provvede” al monitoraggio degliatenei e “riferisce” al ministro dell’Economia il quale interviene “con proprio decreto” per modificare glistanziamenti in bilancio a favore dell’università. È un linguaggio mai utilizzato nella legislazione italiana:la subordinazione di un ministro a un altro, mentre secondo la Costituzione tutti i ministri hanno parirango. Non ci dispiace per la Gelmini, ci spiace per le istituzioni e per il prinicpio dell’autonomia e libertàdell’università.
Doveva essere una riforma epocale. È una doppia ordinanza di commissariamento. Gli atenei sotto ilcomando del ministero dell’Università e questo sotto il ministero dell’Economia. Oggi la montagna ha partorito il topolino, ed è un topolino già morto.
Se la legge verrà approvata gli studenti, dopo aver pagato profumatamente le loro tasse, troveranno lecattedre del secondo semestre vuote e in molti casi perderanno l’anno accademico.Noi ricercatori indisponibili ci premureremo però di fornire loro nomi, cognomi e gruppo diappartenenza dei parlamentari da ringraziare.
Tutto questo è stato fatto con il solerte consenso dei rettori, della gran parte dei “baroni” ossequienti e diquella parte del mondo universitario che non sa che cosa sia un pensiero libero e autonomo. Hanno TRADITO l’università e la loro missione, domani brinderanno al nuovo padrone.
Rete 29 Aprile