Distruggono l’università, cancellano la Ricerca,
privatizzano i Saperi!
Un po’ in sordina, coperto dalle grida della polemica politica e partitica di questi giorni, dagli scoop e dalle crisi in atto nella maggioranza , è da tempo in discussione il famigerato ddl Gelmini che si propone come riforma strutturale del sistema universitario e che fa seguito ai primi passi sanciti nell’agosto 2008 con il decreto di finanziaria noto come 133 e con il successivo dl 180. Se questi ultimi erano solo frutto di una manovra economica decisa a disinvestire nell’ISTRUZIONE PUBBLICA applicando rigorosi tagli in tutti i comparti del mondo dell’istruzione dalla scuola all’Università, alla Ricerca, il ddl si propone invece come disegno politico, coerente con la strategia dei tagli (essendo infatti una Riforma a costo 0 – o quasi) e insieme volto a definire extra moenia i confini della formazione e della ricerca, il significato del merito e del sapere. Proprio il merito è divenuta un po’ la parola chiave del governo, contenuta anche nel primo titolo del ddl. Ma cosa significa parlare di merito in un’Università afflitta dai tagli, dal blocco delle assunzioni dei giovani ricercatori (con la 133 solo 1 nuovo ricercatore assunto ogni 5 in pensione), dalla docenza precaria e retta sulle spalle dei ricercatori stessi, sottratti alla loro principale missione, cioè la Ricerca? Già , COSA SIGNIFICA? Qual è l’ Università meritevole? Il sapere e la ricerca meritevoli? Le politiche degli ultimi 20 anni avevano già , in parte, dato la loro risposta, che oggi, con il ddl Gelmini si fa ancora più chiara, marcata e preoccupante. La ricerca meritevole è la ricerca che dà profitto, che si inserisce e si confà alle esigenze del mercato. Dunque no alla ricerca di base che in fisica ad esempio, ha portato ,nell’arco di 50 anni , alla nascita dei computer; questo lasso di tempo improduttivo e non fruttuoso dal punto di vista economico- commerciale non è accettabile, potremmo dire non è meritevole di finanziamenti.
Noi come studenti e studentesse di Medicina pensiamo che un altro tipo di risposta sia attuabile; che sia possibile immaginare e costruire un’ altra idea di Università, attraverso passaggi condivisi da chi l’Università la vive realmente (studenti ricercatori, docenti). E’ da questa esigenza di contrapposizione alla realtà desolante di un sapere inteso come merce, che nasce il desiderio di creare un laboratorio permanente , una sorta di Facoltà libera delle scienze che diventi il luogo in cui produrre sapere in modo libero, svincolato da una finalità immediata, da un rendiconto da presentare ad un Consiglio di Amministrazione che , nell’Università della riforma Gelmini, avrà poteri e decisionalità ben più ampie che nel passato. Vogliamo discutere insieme di questa riforma per individuare i nodi che non solo svendono l’università, ma anche per capire il processo di radicale cambiamento e di sostanziale attacco alla conoscenza stessa e alla sua diffusione. Crediamo di poter rispondere a questa riforma e – più in generale – ai processi che a ciò hanno portato (Bologna Process), provando a immaginare e a sperimentare un’università possibile, libera dalle catene del mercato, fatta da chi la vive, e che sia davvero meritevole. Vogliamo organizzarci per fermare la Gelmini, ma questa volta vogliamo farlo coinvolgendo anche ricercatori e docenti, e provando a costruire noi un modello di università diverso.
Giovedi’ 7 Ottobre
Assemblea studenti e studentesse di Medicina
Ore 16:30 – Aula A, Dip. Igiene [Citta’ Universitaria]