medicina in mobilitazione
Blog dell'Assemblea di Medicina della Sapienza, Roma
“Cari italiani noi siamo dei clandestini”. Lettera dei reclusi del Cie di Milano in sciopero della fame‏
Categories: General

[se sei in homepage, clicca su continua x leggere la lettera]

"Cari italiani noi siamo dei clandestini, siamo detenuti al CIE di via Corelli a Milano e stiamo facendo un sciopero della fame dal 03/03/2010 perché i tempi di detenzione per identificare le persone sono troppo lunghi. Dovete immaginare chiusi e chiuse per 180 giorni, 24 ore su 24, senza aver commesso nessun reato e senza nulla da fare per far passare il tempo. Ma soprattutto, noi clandestini siamo condannati all’ergastolo senza appello… Dopo 180 gg di CIE ti danno un foglio di via con 5 giorni di tempo per lasciare il territorio italiano e se ti beccano per strada, rischi il carcere ordinario (da 6 mesi a 1 anno).

Ma in 5 giorni come fai a trovare i soldi per lasciare il territorio italiano?

In questo periodo di sciopero il cibo che porta la Sodexo fa veramente schifo;  per le persone malate non ci sono medicine; i bagni sono sempre sporchi e intasati e l’acqua del cesso esce fino al corridoio.
Gli infermieri ci trattano male, allo stesso modo dei poliziotti e della croce rossa italiana.

E poi  ci dicono che siamo clandestini ed è questo che ci spetta… Ci danno sedativi per stare tranquilli, ma la depressione di chi prende queste gocce é fortissima; sono tanti che piangono disperati, perché non capiscono perché devono subire tutto questo. Noi siamo persone, ma loro non pensano questo e ci umiliano, ridono della nostra situazione, ci picchiano.

Noi rispondiamo continuando a fare lo sciopero della fame.
Fino ad ora lo abbiamo fatto in più di 80 persone. Attualmente ci siamo organizzati con uno sciopero a staffetta e siamo in 34 a farlo: 14 della sezione maschile, 10 tra le donne e 10 tra le trans.

Abbiamo già perso ciascuno dei noi da 5 a 9 kili. Stiamo stufi di questa vita da clandestini.
in tutto questo sciopero non hanno fatto nulla… noi stiamo lottando ma da soli e abbiamo bisogno che la gente sappia quello che lo stato fa con noi…."

Comments are closed.