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Arteria artificiale costruita con le nanotecnologie
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Gran Bretagna, arteria artificiale
costruita con le nanotecnologie

Sarà
utilizzata sprimentalmente nei baypass coronarici. E’ stata inventata
da un team di scienziati del Royal Free Hospital di Londra. Sostituirà
quelle di plastica o quelle prelevate dal corpo del paziente, non
sempre utilizzabili   da Repubblica – http://www.repubblica.it/2009/12/sezioni/scienze/sangue-sintetico/arteria-artificiale/arteria-artificiale.html

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<b>Gran Bretagna, arteria artificiale<br />costruita con le nanotecnologie</b>

UN’ARTERIA artificiale realizzata grazie alle nanotecnologie verrà
utilizzata sperimentalmente entro quest’anno a Londra. L’arteria
artificiale, che potrebbe salvare la vita a milioni di persone
sottoposte ogni anno a interventi di bypass al cuore, è stata inventata
da un team di scienziati del Royal Free Hospital di Londra guidati dal
professor George Hamilton. Il materiale utilizzato le consente di
essere flessibile e imitare perfettamente le funzioni di quella
originale.

L’impiego delle nanotecnologie ha consentito poi agli sviluppatori di
inserirvi microscopiche molecole che hanno compiti specializzati, come
aiutare la circolazione o riparare i vasi sanguigni. L’obiettivo è
quello di utilizzare questo tipo di arterie negli interventi sulle
coronarie o agli arti inferiori. Se i test – finanziati con un fondo di
500.000 sterline – avranno successo, il dispositivo potrà aiutare
migliaia di persone affette da malattie cardiovascolari.

Attualmente i protocolli chirurgici prevedono l’impiego di arterie di
plastica o di una vena presa da un’altra parte del corpo del paziente.
Ma molti pazienti non hanno vene adatte e le arterie di plastica si
sono rivelate troppo rigide in casi in cui erano necessari diametri
inferiori agli otto millimetri.

"C’è un’alta percentuale di insuccessi con questo tipo di arterie
artificiali di plastica rigide", spiega il professor Hamilton,
aggiungendo che "molti pazienti che avevano bisogno di bypass di
diametro più piccolo ma non avevano vene utilizzabili hanno dovuto
subire l’amputazione degli arti o sono morti a causa di attacchi
cardiaci. "Con questa invenzione – conclude Hamilton – saremo in grado
di ridurre il numero degli attacchi di cuore, di ridurre le amputazioni
e, quindi, di salvare vite umane".

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Nel lungo termine la speranza del team di Hamilton è quella di
sviluppare tutta una serie di innesti e di altri dispositivi
artificiali da rendere poi disponibili sul mercato. 

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