KOLBY KAS Le dieci turbine a vento, piloni d’ acciaio conficcati nel
Mare del Nord ed emergenti per 77 metri, hanno cambiato il destino di
un’ isola. Al porto di Kolby Kas, centro geografico della Danimarca e
dell’ Europa, assicurano che quei piloni bianchi e sottili che portano
energia buona alle loro case potranno cambiare il destino del mondo.
Gli ambientalisti puri e Vittorio Sgarbi, da noi, li considerano l’
ultimo insulto estetico, ma in questa isola della Danimarca grande tre
volte Ischia – Samso, 4.500 abitanti – negli ultimi 12 anni le turbine
hanno risollevato un’ economia depressa dalla chiusura delle grandi
fattorie, interrotto l’ emigrazione dei giovani, richiamato ingegneri
giapponesi e assessori olandesi. Quelle 10 turbine "off shore", moderna
diga al carburante fossile, hanno fatto sì che l’ isola di Samso sia
diventata il primo e per ora unico insediamento umano ad aver abbattuto
totalmente le emissioni di anidride carbonica. Il sogno ambientalista,
l’ ultima frontiera di un mondo che ha scoperto di dover essere
sostenibile. Il ferry, dopo un viaggio di due ore da Kalundborg,
scarica sul porto auto a benzina e camion diesel. Davanti agli
attracchi si allargano tre silos della Q8. Il petrolio, qui, non è
vietato, solo lo si sta superando. Lasciati scorrerei pochi produttori
di Co2, inizia la processione di chi si avvia a piedi, in bicicletta,
su un carro trainato da cavalli versoi bed and breakfast dei 22
villaggi. Dodici anni di rivoluzione ecologista hanno creato una fama
e, oggi, chi viene qui in vacanza lo fa con passo lieve, il binocolo a
tracolla, le mazze da golf nella sacca. I "samsingers", si chiamano
così gli abitanti, coloro che cantano Samso, spiegano come le turbine
siano state piantate anche in terraferma. Sono 11e sono proprietà di
residenti che ne possiedono le chiavi. In una turbina eolica si può
entrare, salirne le scale, arrivare alla stanza dei rotori. Dove,
premendo un pulsante, si libera la pala alla forza del vento e
premendone un secondo si apre il tetto. Da lassù Samso si mostra con i
suoi colori accesi e un equilibrio ideale fra canneti e campi da
minigolf, fragoleti e bancomat. Ventun turbine, 570 mila euro l’ una il
costo di quelle a terra, 2,2 milioni le "off shore". Un investimento da
28 milioni di euro che è stato aiutato dal governo danese con
abbattimenti fiscali e affrontato dal Comune e dai samsingers. Chi non
aveva il capitale, in media 15 mila euro, o non credeva nel progetto, 1
su 4, oggi continua ad alimentare casa con la nafta.E nessuno lo
discrimina. Gli altri proteggono le loro turbine e riprogettano le
abitazioni. Hanno addobbato i tetti con il muschio per mantenere il
calore, ci hanno inserito pannelli solari grandi come lucernai per l’
acqua del boiler. A Samso, dove il sole si vede da maggio a fine
agosto, per riscaldarsi usano paglia e trucioli di legno, le biomasse.
Fieri della loro quotidianità ecologica, diversi farmers hanno
acquistato in continente motori che possono essere alimentati dall’
olio di canola, un fiore giallo ocra buono per condire l’ insalata e
far muovere trattori. Alla fine dei ‘ 90 qui importavano energia
prodotta con il carbone. Nel 2001 avevano dimezzato le emissioni
inquinanti, nel 2003 raggiunto l’ autosufficienza energetica (pulita) e
dal 2005 Samso restituisce alla Danimarca elettricità prodotta dal
vento e dal sole. Quindi, i samsingers fanno profitti. «Quest’ anno ho
staccato un dividendo da 400 euro esentasse», racconta Jesper Kjems,
giornalista di Aahrus che si è riciclato alla causa ecologista di
Samso. «Siamo pronti per una nuova missione: far diventare l’ isola un
paradiso sostenibile». Vogliono importare auto elettriche, sfruttare le
onde del mare, far crescere il riuso, vivere di raccoltie turismo
leggero. Sperimentare l’ idrogeno. «Nel 1997 abbiamo vinto una garae il
governo ci ha chiesto di diventare un laboratorio di sostenibilità.
Abbiamo dimostrato che in 10 anni si possono cambiare abitudini
energetiche e stile di vita». Ecco, la Cina inaugura quattro nuovi
impiantia carbone al mese. Nell’ Isola di Samso l’ elettricista Brian
Kjaer ha sistemato in giardino una turbina più alta di casa e risparmia
2 mila euro l’ anno. Erik Koch Andersen, tra i più radicali, in garage
ha un trattore, un’ autoe persino una pressa alimentati dall’ olio dei
fiori. A Samso sono certi: cambieranno il mondo. – da Repubblica : http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/07/03/vento-sole-muschio-olio-di-canola-ecco.html
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