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Fonte: ansa.it
Emergency: Frattini scrive lettera a Karzai
La Ong: non abbiamo notizie dei tre arrestati, ospedale di Laskar-Gah in mano afgana
ROMA – La procura di Roma ha aperto un fascicolo intestato "atti relativi a", ossia senza ipotesi di reato ed indagati in merito al caso dei tre italiani di Emergency arrestati dai servizi segreti afghani nell’ospedale di Lashkar Gah in quanto sospettati di aver fatto parte di un complotto per uccidere il governatore della provincia di Helmand. Il fascicolo, al vaglio del procuratore aggiunto Pietro Saviotti, contiene per il momento alcune note dei carabinieri del Ros e la priorità rimane quella di accertare se siano fondate o meno le accuse ai tre operatori di Emergency. Il fascicolo processuale è stato aperto in base ad una norma che attribuisce alla procura di Roma l’esame di fatti penalmente rilevanti in cui siano coinvolti italiani in Afghanistan ed Iraq. Allo stato, fanno notare a piazzale Clodio, non sussisterebbero i presupposti per collegamenti della vicenda con i rapimenti dell’inviato di Repubblica Daniele Mastrogiacomo e del fotografo Gabriele Torsello.
FRATTINI,DOMANI KARZAI RICEVERA’ MIA LETTERA – Una lettera del ministro degli Esteri Franco Frattini verrà recapitata domani al presidente afgano Hamid Karzai sulla vicenda dei tre operatori di Emergency arrestati in Afghanistan. Ne ha dato notizia lo stesso Frattini oggi a Sarajevo, dove si trova in visita. "L’ambasciatore a Kabul Claudio Glaentzer – ha detto il titolare della Farnesina – ha incontrato il ministro degli Esteri afgano Rassoul a Kabul e gli ha preannunciato una mia lettera personale al presidente Karzai". Il ministro ha spiegato che la lettera "verrà recapitata domani dall’ambasciatore Attilio Massimo Iannucci, mio inviato speciale, che partirà oggi pomeriggio per l’Afghanistan accompagnato dal magistrato italiano consigliere giuridico al ministero degli Esteri che assisterà l’ambasciata italiana nel seguire l’evoluzione dell’inchiesta che riguarda i nostri
connazionali".
OSPEDALE LASHKAR-GAH IN MANO AFGANA – L’ospedale di Emergency a Lashkar-gah é in mano della polizia afgana e del personale locale. Nessun operatore internazionale è operativo nella struttura sanitaria. Lo si apprende dalla ong italiana. Questa mattina il personale internazionale dell’ospedale che ancora si trovava a Lashkar-gah, dopo l’arresto di Dell’Aira, Garatti e Pagani, ha preso un volo per Kabul diretto alle strutture di Emergency della capitale afgana. Si tratta di sei operatori, cinque italiani (di cui quattro donne) ed un indiano. Dal giorno dell’arresto dei tre italiani, questi sei operatori si trovavano nelle loro case e non erano più rientrati in ospedale. Alla base della decisione, presa da Emergency d’intesa con le autorità, anche motivi di sicurezza. L’organizzazione sottolinea di non avere ancora notizie dei tre arrestati e di non sapere dove si trovano.
‘SCOPO RAGGIUNTO, CI HANNO IMPEDITO DI LAVORARE’ – "Se volevano non farci più operare a Lashkar-Gan, l’obiettivo è stato raggiunto. Non abbiamo più notizie dell’ospedale. Siamo fermi alla presa in possesso delle autorità afgane di sabato scorso". Lo dice all’ANSA Alessandro Bertani, vicepresidente di Emergency, riferendosi alle attività dell’ospedale dove il 10 aprile sono stati arrestati 9 operatori, di cui tre italiani. "Non abbiamo la responsabilità della gestione dell’ospedale e non sappiamo cosa succede lì" sottolinea Bertani riferendo che al personale internazionale della struttura (6 persone che da questa mattina sono a Kabul) "é stato impedito di entrare e di fare il proprio lavoro".
Per Emergency – prosegue Bertani – ciò vuol dire che "nella zona non ci sarà più un ospedale che accoglie le vittime. Ricordo che solo ieri ci sono state altre vittime a Kandahar. In questo momento, che noi non ci siamo, in quell’area non c’é più un presidio ospedaliero". "Ci è stato impedito di fare il nostro lavoro – aggiunge – Da sabato al nostro personale è stato impedito di entrare e quindi di fare il proprio lavoro". Nell’ospedale lavora personale afgano ma – osserva il vicepresidente della ong – "non sappiamo cosa succede lì". Pensate ad una chiusura della struttura? "In questo momento – risponde – stiamo solo pensando ai nostri nove operatori, quindi non solo ai tre italiani, di cui non sappiamo niente e per i quali tutti chiediamo il rispetto delle leggi afgane".
PORTAVOCE HELMAND, NORMALI ATTIVITA’ OSPEDALE – Il controllo della sicurezza nell’ospedale di Emergency a Lashkar-Gah, è effettivamente stato assunto dalla polizia afghana. Lo ha confermato all’ANSA il portavoce del governo di Helmand, Daud Ahmadi. "La polizia ha in mano la sicurezza – ha precisato – e tutte le attività si svolgono normalmente, come finora è stato, in presenza del personale locale". Per quanto riguarda il fermo dei tre italiani e degli afghani, ha concluso, "le indagini continuano e non c’é nulla di nuovo".
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Video di Cecilia Strada, presidente di Emergency: http://it.peacereporter.net/videogallery/video/12120
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fonte: repubblica.it
Emergency, l’ospedale di Lashkar-gah
è in mano alla polizia afgana
"Se volevano non farci più operare l’obiettivo è stato raggiunto". La Procura di Roma apre un’inchiesta
Ancora nessuna notizia dei tre volontari arrestati: "Non sappiamo dove sono"
L’organizzazione umanitaria, però, sottolinea di non avere ancora notizie dei tre arrestati e di non sapere dove si trovino. "Ancora non si hanno notizie sulla sorte e sulla loro posizione – sottolinea anche il sito di Peace reporter – A quasi tre giorni dall’irruzione in ospedale, nessuna notizia è ancora stata fornita". E quelle fornite in questi giorni sono frammentarie e contraddittorie. Passando da accuse di legami con i Talebani alla partecipazione ad un complotto contro il governatore della regione.
Nel frattempo sono arrivati a Kabul i cooperanti di Emergency che non erano stati prelevati dalla sicurezza afgana ma che erano comunque rimasti bloccati a Lashkar Gah. Dopo il prelevamento da parte della polizia locale di Garatti, Dell’Aira e Pagani, i cooperanti erano rimasti asserragliati nella casa dell’organizzazione di Gino Strada. A sbloccare la situazione è stata la mediazione dell’ambasciatore italiano a Kabul, Caludio Glaentzer.
"Se volevano non farci più operare a Lashkar-Gan, l’obiettivo è stato raggiunto. Non abbiamo più notizie dell’ospedale. Siamo fermi alla presa in possesso delle autorità afgane di sabato scorso" dice Alessandro Bertani, vicepresidente di Emergency.
Sul fronte della polemica politica, dopo le dichiarazioni del ministro dell’Estero Franco Frattini, Notarianni spiega: "Trovo stupefacente che si perda del tempo a fare polemiche in una situazione del genere. So che la situazione di Lashkar-gah è molto complicata e che Emergency in questo momento è scomoda perchè testimonia quello che sta accadendo in quella regione e quanto sia orrenda la guerra che stiamo facendo in Afghanistan". Mentre il Pd chiede "quali siano le motivazioni per cui il nostro governo non ha ritenuto necessario di dover assumere una tempestiva iniziativa diplomatica nei confronti del governo afgano al fine di chiedere l’immediato rilascio delle persone arrestate". Nel frattempo, la Procura di Roma, ha aperto un fascicolo senza ipotesi di reato ed indagati sul caso dei tre operatori di Emergency.
Raccolta firme. Sul sito di Emergency, in previsione della manifestazione di sabato in piazza Navona a Roma, continua la raccolta di firme, superata quota centomila.
A Kabul gli altri 5 italiani che operavano nel nosocomio. aperto un fascicolo a roma
Lashkar Gah, Emergency lascia l’ospedale «Hanno raggiunto il loro scopo»
La polizia afghana nella struttura. La ong: «Nessuna notizia dei tre operatori italiani arrestati»
MILANO – Emergency non ha ancora alcuna notizia dei tre operatori italiani arrestati sabato scorso nell’ospedale afghano di Lashkar Gah perché sospettati di aver ordito un complotto con altri sei per uccidere il governatore della provincia di Helmand. L’ospedale, spiega la ong di Gino Strada, è dal giorno del blitz in mano alla polizia afghana e al personale locale. Nessun operatore internazionale è più operativo all’interno della struttura. «Se volevano non farci più operare a Lashkar Gan, l’obiettivo è stato raggiunto. Non abbiamo più notizie dell’ospedale. Siamo fermi alla presa in possesso delle autorità afghane di sabato scorso» ha detto Alessandro Bertani, vicepresidente di Emergency. «La polizia ha in mano la sicurezza – ha confermato il portavoce del governo di Helmand, Daud Ahmadi parlando della struttura di Lashkar Gah – e tutte le attività si svolgono normalmente, come finora è stato, in presenza del personale locale». Quanto al fermo dei tre italiani e degli afghani, Ahmadi ha spiegato che «le indagini continuano e non c’è nulla di nuovo». La procura di Roma, intanto, ha aperto un fascicolo intestato «atti relativi a», ossia senza ipotesi di reato e senza indagati in merito al caso dei tre italiani finiti in manette. Il fascicolo, al vaglio del procuratore aggiunto Pietro Saviotti, contiene per il momento alcune note dei carabinieri del Ros e la priorità rimane quella di accertare se siano fondate o meno le accuse ai tre operatori di Emergency. In mattinata, il personale internazionale dell’ospedale che ancora si trovava a Lashkar Gah, dopo l’arresto di Dell’Aira, Garatti e Pagani, ha preso un volo per Kabul, diretto alle strutture di Emergency della capitale afghana. Si tratta di sei operatori, cinque italiani (di cui quattro donne) ed un indiano. Dal giorno dell’arresto dei connazionali, i sei operatori si trovavano nelle loro case e non erano più rientrati in ospedale. Alla base della decisione di lasciare l’ospedale, presa dalla ong d’intesa con le autorità, anche motivi di sicurezza.
A KABUL GLI ALTRI ITALIANI – Emergency, dunque, «non ha il controllo» del suo ospedale di Lashkar Gah, nella provincia di Helmand. «Non sappiamo cosa stia accadendo all’interno» della struttura, ha spiegato Maso Notarianni, responsabile comunicazione della ong. Nel frattempo, i cinque cooperanti italiani e il fisioterapista indiano bloccati da sabato a Lashkar Gah, sono già arrivati a Kabul. «In seguito alle operazioni che hanno portato al prelevamento di Marco Garatti, Matteo Dell’Aira e Matteo Pagani, i cinque italiani erano rimasti asserragliati nella casa dell’organizzazione di Gino Strada. A sbloccare la situazione è stata la mediazione dell’ambasciatore italiano a Kabul Caludio Glaentzer» ha precisato Notarianni. Tra i sei ora nella capitale afghana, il logista dell’ospedale di Kabul che era andato a Lashkar Gah subito dopo l’irruzione delle forze di polizia, una anestesista e tre infermiere italiane e un fisioterapista indiano che lavoravano nella struttura.
NESSUNA NOTIZIA DEI FERMATI – Ad Emergency al momento non risulta che sia stata ancora formulata alcuna accusa a carico dei tre operatori arrestati né che siano stati indicati i diritti a loro tutela, compresa la possibilità di nominare un avvocato difensore. La ong è in attesa di ricevere ulteriori informazioni sulla condizione dei fermati da parte della rappresentanza diplomatica italiana a Kabul che sta seguendo l’evolversi della situazione.
POLEMICHE – Si infiamma intanto in Italia il dibattito politico sull’arresto dei tre connazionali. Lunedì il ministro degli Esteri Franco Frattini ha annunciato che il 14 aprile riferirà in parlamento sulla vicenda. Per la deputato Pdl e Presidente del Comitato Schengen Margherita Boniver, la questione è «estremamente confusa» e «l’unica cosa certa in questa confusione» è «che sono stati trovati esplosivi, munizioni, cinture esplosive, all’interno dell’ospedale di Emergency». Tuttavia, ha aggiunto la Boniver, «sembra francamente poco credibile che dei medici e paramedici impegnati in azioni umanitarie da tutta una vita improvvisamente diventino dei bombaroli». In un’interpellanza urgente che sarà discussa giovedì a Montecitorio, il Pd chiede certezze su quanto sta avvenendo in Afghanistan. Dal ministro Frattini, i democratici vogliono sapere quale pressione diplomatica il nostro governo ha messo in atto verso quello afghano per chiarire dinamiche e accuse. Sulla vicenda interviene duramente anche Fausto Bertinotti. «È, prima ancora che politicamente, umanamente intollerabile che Emergency venga aggredita o non difesa come merita. Tocca a tutti farlo, alla Repubblica italiana e ai suoi organi, alle organizzazioni politiche, ai singoli cittadini. Ognuno faccia sentire la propria voce» è l’appello dell’ex presidente della Camera ed ex leader del Prc.
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Molti dossier e approfondimenti si possono trovare su www.peacereporter.net
In questo link, ad esempio, trovate un approfondito dossier sulla regione di Helmand, dove è situato l’ospedale: http://it.peacereporter.net/articolo/21243/La+guerra+in+Helmand